Educazione Alimentare
 
DISPENSA

Incominciamo con il dire che esistono due cervelli, il cervello propriamente detto situato nella scatola cranica e il “cervello” addominale che è rappresentato dal nostro apparato digerente.

Questo produce sostanze psico-attive che influenzano direttamente gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina, sostanze oppiacee e antidolorifiche.

Il collegamento tra questi due cervelli è assicurato dal midollo spinale del nervo vago.
Al cervello addominale (secondo cervello) sono affidate le decisioni viscerali, cioè spontanee e inconsapevoli; l’encefalo assorbe le emozioni dall’esterno come irritazione, stress e rabbia trasmettendole, successivamente, al secondo “cervello” (quello addominale) che sviluppa sensazioni con le patologie psicosomatiche o bioenergetiche che colpiscono lo stomaco.

Infatti, noterete che con stato d’ animo alterato il malessere si ripercuote sullo stomaco; di contro, se il vostro intestino fa le bizze, siete emotivamente stanchi e fastidiosi .

"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"

Proprio a causa di questa trasformazione noi viviamo: il corpo cresce, cambia, si ammala, guarisce, invecchia, combatte le malattie, ogni giorno si modifica. Questi cambiamenti possono essere benefici o meno a seconda delle reazioni chimiche che si innescano nel nostro organismo: ogni essere vivente, di qualsiasi genere e specie, vive per effetto di reazioni chimiche. Anche i processi di alimentazione, digestione, assimilazione e metabolizzazione avvengono a seguito di una serie di reazioni chimiche.

Spesso, senza accorgercene, ci alimentiamo in modo errato, consumando cibi a carattere industriale per la cui conservazione o per accentuarne il sapore si utilizzano prodotti chimici nocivi per la nostra salute rendendo l'organismo molto più debole e molto più attaccabile dai batteri e, in molti casi, incapace di difendersi dagli agenti esterni.

Importante è anche l’associazione alimentare con i farmaci o tra diverse specie di farmaci.
I farmaci da non assumere con altri farmaci possono essere, ad esempio, l’aspirina che non deve essere assunta con anticoagulanti o prodotti al cortisone perché potrebbe comportare un rischio emorragico, gli antipertensivi che non dovrebbero essere assunti con l’ibuprofene perché perderebbero entrambi la loro efficacia, gli antistaminici assunti con gli ansiolitici aumentano il rischio di sonnolenza diurna.
Anche l’associazione di alcuni alimenti con alcuni farmaci può creare dei problemi, ad esempio:
il pompelmo potenzia l’effetto dei farmaci ipotensivi e ansiolitici, la banana associata con i diuretici provoca palpitazioni, i latticini inibiscono l’assorbimento di alcuni antibiotici, alcune verdure come la rapa, i fagioli, i broccoli, i cavoli creano problemi se associati con gli anticoagulanti.
In questo modo si va incontro ad intossicazioni dovute ad elementi estranei al corpo che possono provocare una reazione chimica violenta con l’instaurarsi, a volte, di altre patologie.

ALCUNI ALIMENTI FONDAMENTALI

Alcuni cibi hanno una particolare importanza nella nostra alimentazione.
Lo zucchero - Quello che comunemente chiamiamo zucchero è il saccarosio. Esistono naturalmente altri tipi di zuccheri: fruttosio (presente nella frutta e nel miele), lattosio (presente nel latte), glucosio (lo zucchero che circola nel nostro sangue).
Il fruttosio ha un indice glicemico che è circa un terzo rispetto allo zucchero, ma lo stesso apporto calorico. Lo zucchero di canna e il miele hanno praticamente lo stesso indice glicemico dello zucchero, quindi non sono migliori per tutti coloro che devono moderare l'azione dell'insulina. Lo zucchero integrale (non sottoposto a raffinazione) ha lo stesso apporto calorico di quello raffinato e pertanto non è un sostituto valido nelle diete dimagranti.
Lo zucchero dà energia, è fondamentale per il cervello e per la sintesi dei globuli rossi. Lo zucchero in eccesso, però, significa maggior grasso perché lo zucchero che l'organismo non utilizza viene trasformato in grasso. Alcuni modelli alimentari (come la dieta italiana) sconsigliano l'uso di tutti quegli alimenti con zucchero "aggiunto" per i quali esiste un'alternativa senza zucchero (bevande, yogurt, marmellata, succhi di frutta, frutta sciroppata, macedonie di frutta, ecc.)
L'olio - L'olio d'oliva è uno degli alimenti principali della cucina italiana. In funzione del contenuto di acido oleico libero, può essere extravergine (minore1%), vergine sopraffino (minore1,5%), vergine fino (minore 3%), vergine (maggiore3%). Il processo di raffinazione impoverisce e degrada l'olio, introducendo una piccola percentuale di grassi trans. Quindi è preferibile utilizzare oli spremuti a freddo.
Il burro - Il burro è il grasso alimentare ricavato dalla lavorazione delle creme di latte vaccino.
Gli acidi grassi del burro hanno un basso punto di fusione, per cui è molto digeribile se crudo, ma è poco adatto alla preparazione di pietanze fritte.
Olio o burro? - A livello calorico, la sostituzione del burro con l'olio non è interessante perché con l'olio, essendo liquido, si tende a esagerare: 10 g di olio apportano 90 kcal, mentre 10 g di burro apportano 76 kcal. Anche a livello della salute spesso è esagerata la preferenza dell'olio d'oliva rispetto al burro; infatti occorre tener presente che 10 g di burro contengono tanti grassi saturi LCT come 30 g di olio, quindi meglio poco burro che tanto olio. In ogni caso non si tratta di promuovere un alimento piuttosto che un altro, quanto di capire che è sempre questione di quantità. Una posizione ragionevole è quella di impiegare olio, zucchero e burro nella quantità minima tale da soddisfare la preparazione di piatti che sono un giusto compromesso fra appetibilità, sazietà e ipocaloricità.
Il sale - Il sodio viene assunto soprattutto dal cloruro di sodio, il normale sale da cucina. Se l'apporto di sodio è scarso, un ormone (aldosterone) stimola a livello renale il riassorbimento dalle urine del sodio; se invece l'apporto è elevato, l'aldosterone è disattivato e il sodio viene espulso con le urine. Per organismi fisiologicamente normali non ci può essere nessun danno da sodio. Purtroppo, in molti organismi il meccanismo non funziona perfettamente: in un terzo circa degli ipertesi esiste la tendenza a ritenere il sodio. Quindi il sodio non causa l'ipertensione, ma aggrava quella preesistente.
Poiché la dose consigliata (massimo 3 g al giorno) è coperta dal sale contenuto negli alimenti, è consigliabile abituarsi a non aggiungere sale a tavola. Le alternative all'uso del comune sale da cucina sono l'impiego di sali iposodici, l'abitudine insaporire i cibi con verdure come rucola o cipolle e l'uso di spezie come rosmarino, basilico, origano.
Il vino – Anche questo è una bevanda della tradizione italiana. Purtroppo il vino è a tutti gli effetti un alcolico e si deve definire la dose giornaliera compatibile con una sana alimentazione. Esistono molte ricerche che approvano il consumo di vino perché proteggerebbe il cuore, ma.bisogna sempre e comunque controllare che non contenga additivi oppure conservanti (metanolo). Altre più conclusive e generali dimostrano che il vino e l'alcool (forse) proteggono il cuore, ma provocano gravi danni epatici. I danni derivanti dall'abuso del consumo del vino (e dell'alcool in generale) sono epatici (epatite e cirrosi), gastrici (gastriti, ulcera gastrica e duodenale), neuromuscolari (miopatie e polineuropatie), disturbi nervosi (sindrome di Korsakov, malattia di Marchiafava-Bignami) e perfino alcune forme di cancro (carcinoma all'esofago). L'alcool etilico viene scomposto nel fegato.
La dose indicata accettabile va da mezzo a un bicchiere e mezzo a pasto, ragionevolmente al massimo 0,25 l al giorno. Per rispettare questi limiti è opportuno abituarsi ad abbinare il vino a una sola portata, gustando prodotti di alta qualità, l'immagine abbastanza comune di chef obesi non si presti a sposare il concetto di buona cucina con quello di una alimentazione sana. In realtà non è necessariamente così; infatti mangiare bene è compatibile con la salute: se non si è in sovrappeso non esistono cibi cattivi. Ovvio che non siano le calorie il nemico da sconfiggere quanto l'eccesso di calorie. Pertanto, se non si è sovrappeso, è possibile apprezzare anche cibi ipercalorici. Va da sé che tali eccezioni non possono essere ripetute perché altrimenti difficilmente si resta in peso forma. Quindi se voglio mangiare in modo appetibile devo comunque trovare un modo di cucinare in modo appetibile, ma ipocalorico.

UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

comporta il benessere di tutto l'organismo, Noi siamo quello che mangiamo! Pertanto l'uso di cibi non tollerati dal nostro organismo è una tra le prime cause dei nostri malesseri. E' per questo che il nostro studio si è altamente specializzato nella ricerca delle intolleranze alimentari che troppo spesso vengono trascurate sia dal paziente che dalla medicina allopatica tradizionale. Una di queste è l'acidità anomala che produciamo, causata da un’ errata digestione: si espande sempre più e sembra essere la causa principale di alcune malattie perchè impedisce la normale attività del sistema immunitario

Le conseguenze di una acidità anomala sono molte, dalle più banali come un leggero reflusso gastrico, una leggera ma persistente stitichezza, sonnolenza post prandiale o un gonfiore antipatico del ventre, alle gravi patologie come un'alterazione del normale equilibrio esistente nell'organismo fra basi ed acidi fra cui l'acidità del colon (si parla di colon irritabile o ulceroso).

Ad esempio l'Acidosi respiratoria è causata da difficoltà ad eliminare, con la respirazione, quantità adeguate di anidride carbonica, per cui un eccesso della stessa si accumula nel sangue: la si può notare nell'ASMA BRONCHIALE e nelle malattie delle alte vie respiratorie. L'Acidosi Metabolica è la conseguenza di una elevata produzione di acidi, come nel DIABETE MELLITO non controllato o nelle forme gravi di denutrizione; può anche verificarsi per difettosa eliminazione di acidi attraverso le URINE o per eccessiva perdita di bicarbonati come nella DIARREA.

Malattie del tipo sclerosi, sclerodermia, psoriasi, meteorismo e fibromialgia, ecc. si sono risolte eliminando l'acidità anomala.

Un altro fattore può essere l'acidità dell'intestino tenue, esattamente nella zona di assorbimento degli alimenti, con conseguente mal assorbimento di acidi che invadono così tutto l’organismo.

Il segno più evidente può essere evinto dalla pelle secca ed acida, indice di mancanza di vitamina F, o da alterazione nell' attività di varie parti del corpo, dagli occhi alla bocca, dagli arti al cranio, dalla saliva ai vari organi in generale ( fegato, milza, pancreas, polmoni, ecc.).

Deduciamo, dunque, che l' alimentazione è e deve essere alla base della salute, un’ alimentazione corretta è lo scopo di una vita lunga, serena e con poche malattie, ma mai importanti; inoltre, è possibile eliminare ogni forma di acidità anomala aiutandosi con un’ alimentazione appropriata e studiata.

Per sapere quale alimentazione è necessaria per eliminare l'eccesso di acidità, è necessario uno studio non invasivo e assolutamente indolore (Test di Intolleranza) ed un appoggio terapeutico con la collaborazione del proprio medico curante.

Si sente spesso parlare di allergie ed intolleranze alimentari quasi come fossero sinonimi, mentre in realtà sono due patologie ben distinte anche se talvolta possono manifestare alcuni sintomi simili.

Sicuramente, da recenti studi, sia le allergie che le intolleranze alimentari appaiono in costante crescita nella popolazione adulta e appaiono collegate alle nostre abitudini alimentari. Quando si può parlare di allergia alimentare e quando, invece, è più corretto usare il termine intolleranza alimentare? Vediamo le differenze che contraddistinguono queste due patologie.

LE ALLERGIE

I disturbi si manifestano rapidamente subito dopo l'ingestione o il contatto di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito.

Le reazioni dell'organismo, oltre ad essere immediate, sono, solitamente, violente e ripetute ad ogni assunzione.
Producono Shock Anafilattico e di solito rispondono ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, sono anche relativamente più facili da individuare.

Sono molto meno frequenti delle intolleranze alimentari.

I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate in chi soffre di allergia ai pollini: arrossamenti pruriginosi della pelle, eczemi, gonfiori, orticaria e dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea ). Un esempio classico di allergia alimentare è quello di chi, allergico alla fragola, ne mangia anche solo un pezzettino: dopo pochi minuti tutto il suo corpo sarà preda dell’ orticaria. Cibi tendenzialmente allergizzanti possono essere: pesce, arance, uova, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, fragole, pesche, pomodoro ecc.

Per individuarle è necessario effettuare i tradizionali test per le allergie (prick test sulla pelle o Prist e Rast sul sangue).

L'unica terapia consiste, ovviamente, nell'escludere l'alimento verso cui la persona è allergica dalla dieta per sempre. Di questa patologia ne soffrono 5 italiani su 10.

LE INTOLLERANZE

I disturbi da Intolleranze Alimentari, invece, compaiono dopo un certo periodo di tempo dal consumo dell'alimento responsabile. Accade, infatti, che l'organismo mette in atto una serie di meccanismi compensatori per cui riesce a tollerare una determinata sostanza fino a quando, superato un certo limite (che viene definito livello di soglia) si arriva alla manifestazione del disturbo.

Sono molto frequenti, si calcola che ne soffrano 8 italiani su 10 e sembrano essere in continuo aumento.

Spesso sono correlate a disordini del Peso Corporeo, sia in eccesso che in difetto.

I disturbi legati alle intolleranze sono diversi da quelli delle allergie, sono meno acuti, tendono a ripetersi nel tempo e sono difficilmente collegabili all' assunzione di un determinato alimento. Si manifestano quasi sempre con una sintomatologia generale più o meno sfumata (stanchezza, cefalea, gonfiori addominali postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, ecc.) o con modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria, ecc.) o tosse, rinite e asma.

Essi sono riconducibili all'accumulo nel tempo delle sostanze responsabili di Ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la "dose soglia". A causa di questo periodo di latenza, spesso risulta difficile accettare e comprendere come si possa "improvvisamente" diventare intolleranti ad un cibo comunemente introdotto quotidianamente o meglio molto frequentemente (frumento, olio di oliva, latticini, ecc.).

Non è semplice individuare l'intolleranza alimentare visto che, come abbiamo notato, non provoca sintomi precisi, unici e riconducibili facilmente ad essa. Statisticamente gli alimenti che più frequentemente possono causare intolleranza sono: latte e latticini, lieviti, frumento, olio di oliva, pomodoro, contatto con alcuni metalli.

Vi sono attualmente diversi esami per "scoprire" se si soffre di una intolleranza alimentare ma senz'altro il più preciso ed affidabile è il Test delle Intolleranze mediante Apparecchio Mora Super. Con questo sistema in circa un' ora possiamo fare un check-up bioenergetico e disegnare una mappa alimentare del paziente sulla quale impostare poi un' adeguata dieta.

Per la terapia delle Intolleranze, l'esclusione dell' alimento “incriminato” dalla dieta è temporaneo e non definitivo come nelle allergie. Infatti, per ottenere un miglioramento del quadro sintomatologico, è necessario astenersi rigorosamente per almeno 2-3 mesi dall' assunzione dell’alimento verso cui si è intolleranti, peraltro anche nelle sue forme nascoste (es. siero di latte nel prosciutto cotto) . Inoltre le sedute per i test con apparecchiatura E.A.V aiuteranno a risolvere nel più breve tempo i disturbi legati alle intolleranze ed il paziente potrà tornare ad assumere l'alimento precedentemente escluso.

Spesso accade che le intolleranze alimentari creino patologie che spesso non si ritiene essere causate da questo fenomeno (ricordiamo che le reazioni di intolleranze alimentari e chimiche si verificano spesso dalle 2 alle 96 ore dopo l’assunzione) come reazioni cutanee improvvise senza un valido motivo oppure prurito in zone delimitate quali un punto più sensibile e delicato del vostro corpo.

QUELLO CHE NON DOVREMMO SAPERE

I PERICOLI NEI CIBI

Gli additivi comprendono: coloranti, conservanti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, gelificanti, stabilizzanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità, aromatizzanti. Molti sono di origine naturale e assolutamente innocui (come l'acido citrico o l'anidride carbonica). Anche altri con nomi non comuni (come la pectina o i sorbati) sono sostanze contenute comunque in alimenti (come molti frutti). Particolare attenzione va invece riservata a conservanti e antiossidanti di natura chimica come i derivati dell'anidride solforosa, dell'acido benzoico, ecc.
Molti additivi vengono poi aggiunti per migliorare l'aspetto estetico del prodotto (coloranti) o per rendere appetibile un prodotto di scarsa qualità. Non si tratta di prodotti nocivi, ma di un inganno verso il consumatore, se l'operazione non è evidente. Esempi sono i polifosfati (E450) che in genere vengono usati per dare un aspetto gradevole a formaggi scadenti e che sono usati anche negli insaccati e nella carne in scatola. In dosi elevate sottraggono calcio all'organismo. Oppure il glutammato, molto usato in insaccati e dadi per brodo; è usato in cibi che hanno perso l'originale sapore. Tra l'altro il glutammato è uno degli additivi da evitare per chi deve moderare il consumo di sodio.
L'idrogenazione - Un acido grasso può esistere in natura sotto due forme una cis e una trans (dal latino, al di qua o al di là della catena degli atomi di carbonio) a seconda della posizione di certi gruppi. Per dare maggiore consistenza a certi grassi insaturi (liquidi), il processo di idrogenazione modifica la struttura di un acido insaturo facendolo diventare saturo e quindi solido. Si ottengono prodotti in cui la percentuale della forma trans è molto alta (30-45% circa). Secondo la ricerca attuale, la forma trans degli acidi grassi contribuisce negli Stati Uniti a qualcosa come 30.000 morti all'anno per patologie cardiovascolari. Essendo grassi saturi, possono aumentare i livelli di colesterolo, ma, soprattutto, il nostro corpo cerca di usarli come se fossero buoni, utilizzandoli per proteggere le membrane cellulari. In realtà la protezione fallisce, la cellula si ritrova con minori difese e, cosa ancora più grave, la membrana non funziona correttamente nella gestione dei minerali e dei nutrienti che passano attraverso di essa. Anche nella preparazione tradizionale della margarina viene effettuata una parziale idrogenazione; la margarina pertanto deve ritenersi un prodotto sintetico che non offre nessun beneficio salutistico.

Qui sotto vi riporto una tabella di prodotti spesso utilizzati dalle fabbriche alimentari per conservare o altro i loro prodotti.

ADDITIVI ALIMENTARI

Sodio Nitrato E250- E251, Potassio Nitrato E249- E252 (Carni, insaccati, salumi e carni in scatola) Danni causati da dosi eccessive: metemoglobinemia, azione cancerogena.

Butilidrossianisolo E320, Butilidrossitoluolo E321 (Chewing-gum, farine e fiocchi di patata, patate fritte)

Danni causati da dosi eccessive: complicazioni renali gravi.

Gallati di Ottile E311, Dodecile E312, Propile E313 (Chewing-gum, Fiocchi di patata, Grassi e oli esclusi quelli di oliva, preparati a base di fiocchi di patata)

Danni causati da dosi eccessive: sterilità (rilevata sugli animali da laboratorio).

Anidride Solforosa E220 (Vino, marmellata, succhi di frutta, canditi, bibite, farina, fiocchi di patate e aceto)
Danni causati da dosi eccessive: soffocamento, irritazione, distruzione vitamina B1.

I conservanti sono tra gli additivi più critici: da un lato sono importantissimi per evitare intossicazioni anche molto gravi (per esempio da botulino), dall'altra spesso si tratta di sostanze nocive per l'organismo e quindi da evitare. Vale quindi la pena di capire quali siano i conservanti nocivi e quali quelli accettabili.

CONSERVANTI NOCIVI

Acido benzoico e suoi sali (E210, E211, E212, E213): sono usati da soli o insieme all'acido sorbico e ai PHB. Non sono ammessi in alcuni paesi per la loro potenziale tossicità, inoltre gli alimenti ai quali vengono aggiunti sono soprattutto le confetture, le gelatine, le marmellate, le gomme da masticare e le bevande analcoliche, tutti prodotti che non necessitano di conservanti.

Anche gli esteri dell'acido p-Idrossibenzoico (E214, E215, E216, E217, E218, E219), indicati con la sigla PHB, sono vietati in alcuni paesi. Vengono addizionati ai patè, ai rivestimenti di gelatina dei prodotti a base di carne, alla frutta in guscio ricoperta.

I derivati dell'anidride solforosa (E220, E221, E222, E223, E224, E226, E227, E228) sono irritanti e hanno una tossicità acuta e cronica, per esempio interagiscono con gli enzimi cellulari e distruggono alcune vitamine (come la tiamina). Vengono usati nel vino, nella birra (anche per questo bisogna moderarne il consumo, non solo per l'alcol) e in altre bevande come i succhi di frutta, nella senape e in altri condimenti.

I derivati fenolici e il tiabendazolo (E230, E231, E232 , E233) sono dotati di una certa tossicità, infatti sono proibiti in Australia. Vengono utilizzati per il trattamento superficiale degli agrumi e delle banane (per questo bisognerebbe usare solo la scorza delle arance non trattate).

La netamicina (E235), un antibiotico utilizzato sulla superficie dei formaggi, (soprattutto dei provoloni) provoca problemi intestinali.

I nitriti (E249 ed E250) e i nitrati (E251 ed E252) sono utilizzati nei salumi e nelle carni conservate e meritano un discorso a parte.

CONSERVANTI INNOCUI

Sono i sorbati (E 200, E202, E203), l'acido acetico e i suoi sali di potassio (E260, E261, E262, E263), l'acido lattico e i suoi sali di sodio (E270, E325, E326, E327), l'acido propionico e i suoi sali (E280, E281, E282, E283), l'anidride carbonica (E 290).

ANTIOSSIDANTI

Sono identificati dalle sigle da E300 a E322. Servono per evitare fenomeni di ossidazione prodotti dalla luce e dall'aria. I gallati (da E310 a E312) E320 e l'E321 (butilidrossianisolo e butilidrossitoluolo, i nomi già dicono tutto!) sono vietati in molti paesi in cibi per bambini.

Nella cucina italiana sono ammessi: E300 a E304 – Acido ascorbico e derivati (vitamina C, da E306 a E309 – Tocoferolo e derivati (vitamina E), E322 – Lecitina di soia, ma per il fatto che siano ammessi non significa che non creino problemi.

CORRETTORI DI ACIDITA’

Sono identificati dalle sigle da E325 a E385. Come dice il nome, regolano l'acidità naturale del prodotto. I derivati dell'acido fosforico (da E338 a E343) sono da evitare poiché sottraggono calcio all'organismo. Poiché il calcio è un minerale di cui è abbastanza facile essere carenti (donne, sportivi ecc.) non sembra giustificato promuovere l'uso di additivi che interagiscono con il suo metabolismo. Sono usati anche l'acido succinico (E363) e l'EDTA (E385).

In Italia sono ammessi: da E325 a E329 – Lattati, da E330 a E333 – Acido citrico e derivati, da E334 a E337 – Acido tartarico e derivati, E375 – Niacina (vitamina B3) .

ADDENSANTI, EMULSIONANTI, GELIFICANTI, STABILIZZANTI

Sono identificati dalle sigle da E400 a E495. Servono per legare insieme i vari componenti che tenderebbero a separarsi. Le ricerche hanno mostrato che alle dosi usuali non producono effetti particolarmente significativi, a meno di non arrampicarsi sugli specchi e proibire additivi perché "provocano effetti lassativi in forti dosi". Gli unici additivi di questa categoria da considerare con attenzione sono i polifosfati (E452) che in genere vengono usati per dare un aspetto gradevole a formaggi scadenti oppure negli insaccati e nella carne in scatola. In dosi elevate sottraggono calcio all'organismo. Da notare che E450 ed E451 sono sali dell'acido fosforico che in genere vengono usati nei prodotti da forno (di solito il difosfato disodico) come agenti lievitanti in quantità minime, mentre nelle carni, nei formaggi e nei salumi i polifosfati sono usati come addensanti per consentire alla carne o al formaggio di assorbire acqua e gonfiarsi. Le dosi usate a questo scopo non sono minime e, fra l'altro, si dovrebbe parlare di vera e propria truffa alimentare. Quindi i polifosfati vanno evitati in carni, salumi, formaggi, latte in polvere.

SALI E AGENTI LIEVITANTI

Sono identificati dalle sigle da E500 a E585. Alcuni costituiscono i cosiddetti lieviti chimici e sono del tutto innocui. Altri sono vietati in alcuni Paesi.

In Italia sono ammessi: da E500 a E504 – Carbonati e bicarbonato, da E508 a E511 – Cloruri, E570 ed E572 – Acido stearico e derivati.

ESALTATORI DEL GUSTO

Sono identificati dalle sigle da E600 a E640. Gli esaltatori di sapidità (come il glutammato di sodio, molto usato in insaccati e dadi per brodo) sono un vero imbroglio verso il consumatore, essendo usati in cibi che hanno perso l'originale sapore. Tra l'altro il glutammato è uno degli additivi da evitare per chi deve moderare il consumo di sodio. E’ sconsigliato vivamente l'uso di alimenti che usano esaltatori di sapidità.

DOLCIFICANTI

Sono identificati dalle sigle da E950 a E967. La dieta italiana sconsiglia l'uso di alimenti dolcificati con ciclamato e suoi derivati E952.

GLI AMIDI MODIFICATI

Esiste poi una serie di sostanze come gli amidi modificati (E1404, 1410, 1412, 1413, 1414, 1420, 1422, 1440, 1442, 1450, 1451) che per legge spesso non devono essere indicati dalla sigla o dalla denominazione specifica, ma possono essere indicati con il termine generico della categoria (amido modificato).

Gli amidi modificati sono sostanze modificate chimicamente o fisicamente per consentire all'amido di tollerare i processi di lavorazione. Modificandolo, migliora l’ingrossamento al freddo, la resistenza alla cottura, la sterilizzabilità, la stabilità. Sono sostanze che sono "ingredienti" che devono essere giudicati in base al prodotto in cui si trovano (dessert, salse ecc.): se vengono usati per migliorarne l'appetibilità, il loro impiego può declassare la qualità del prodotto.

Questi sono tutti quei prodotti che spesso troviamo negli alimenti che acquistiamo giornalmente in qualsiasi supermercato.

Quindi il mio consiglio è soprattutto quello di imparare a leggere bene le etichette riportate su tutte le confezioni.

Renato Ventura
Bioterapeuta Fitoterapeuta iridologo
SEGNI E SINTOMI CHE POSSONO INDICARE INTOLLERANZE ALIMENTARI E/O CHIMICHE


sintomi generali : stanchezza generale; sonnolenza post-prandiale; ritenzione idrica; gonfiori agli arti; borse oculari; aumento della sudorazione; aumento della salivazione; intolleranze protesi dentarie; amalgame dentarie.

sistema digestivo: diverticolosi intestinale; colite spastica; colon irritabile; meteorismo; acidosi; alitosi dispepsìa; stipsi.

sistema nervoso : cefalea; ansia; depressione; irritabilità; scarsa memoria; difficoltà di concentrazione.

pelle : prurito locale e generalizzato; acne; eczema; dermatiti; psoriasi; lesioni dermatologiche.

inestetismi cutanei : cellulite; obesità.


alcuni cibi e le sue associazioni innescano un processo che può alterare il metabolismo e aggravare una sofferenza intestinale e circolatoria.
i vari sintomi si possono verificare fino a 72-96 ore dopo l'assunzione del prodotto non tollerato.
non servono controlli quantità, diete uguali per tutti.per smaltire grasso e cuscinetti
bisogna trovare un equilibrio alimentare INDIVIDUALE puntando soprattutto sulla qualità.
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INTOLLERANZE ALIMENTARI
1. Soffrite di mal di testa più di una volta al mese? Soffrite di emicranie ricorrenti?
2. Avvertite problemi respiratori durante l'esercizio fisico (fiato corto)?
3. Manifestate reazioni d'insofferenza a: fumo, profumi, odori, esalazione di sostanze chimiche?
4. Soffrite di secrezione nasale costante (rinorrea)?
5. Soffrite di prurito agli occhi e/o avete secrezioni oculari acquose?
6. Presentate problemi della cute, quali eczemi, arrossamenti, pruriti, lesioni papulo-eritematose?
7. Soffrite di prurito o perdite vaginali (per le donne)?
8. Soffrite di uretrite o bruciore durante la minzione (per gli uomini)?
9. Avvertite dolori alle anche o spasmi muscolari ricorrenti?
10. Vi sentite sempre troppo stanchi oppure depressi?
11. Avete difficoltà di concentrazione, a focalizzare concetti o idee?
12. Avvertite bruciori o dolori di stomaco e la formazione di gas intestinali, specialmente dopo i pasti?
13. Soffrite di diarrea o stitichezza? Oppure vi hanno formulato diagnosi di colon irritabile o colite idiopatica?
14. Soffrite di dolori articolari e/o di artralgie migranti, eventualmente diagnosticate come artrite?
15. Siete ansiosi, agitati o sempre in movimento (nei bambini questo comportamento è definito ipercinetico o iperattivo)?
16. Soffrite di "febbre da fieno" o altre forme allergiche?
17. Siete ipersensibili alle polveri e/o alle muffe? I sintomi conseguenti si aggravano nei luoghi umidi?
18. Soffrite di tachicardia post-prandiale (irregolare aumento dei battiti cardiaci dopo i pasti)?
19. I vostri familiari soffrono di allergie alimentari o da inalanti, in particolare di "febbre da fieno"?
20. Soffrite di infezioni ricorrenti ( più di due volte l'anno)?
21. Siete mai stati colti da svenimenti o giramenti di testa?
Se si risponde "SI" ad almeno 3 domande è molto probabile un'intolleranza alimentare
LATTOSIO

Il lattosio è uno zucchero complesso che si trova nel latte e in alcuni suoi derivati; è composto da glucosio e galattosio. Mentre questi ultimi non provocano solitamente alcuna reazione avversa in chi li assume attraverso gli alimenti, il lattosio è la causa di una delle più diffuse e meglio dimostrate intolleranze alimentari.

Questa particolare intolleranza si manifesta soprattutto negli adolescenti e negli adulti, e diversi nutrizionisti hanno avanzato l'ipotesi di una totale inadeguatezza del latte utilizzato come alimento, se non nel periodo infantile. In realtà, è stato dimostrato che è la carenza (congenita o acquisita) di un enzima chiamato lattasi nell'intestino tenue a causare il disturbo.

La lattasi, che agisce all'interno dell'intestino tenue, ha la funzione di scindere il lattosio in glucosio e galattosio, che sono tollerati anche da chi è affetto da questa carenza, ma la sua produzione è soggetta a una significativa riduzione in un periodo compreso tra i 5 e i 20 anni di vita nel 70% circa della popolazione mondiale.

Le cause di intolleranza indotta (o secondaria) più comuni sono attacchi di gastroenterite, malnutrizione, celiachia (se non curata), infiammazioni intestinali croniche, tumori o intossicazioni alimentari.

L'intolleranza al lattosio è dose – dipendente, cioè non si verifica con l'assunzione di quantità anche minime di questa sostanza, ma solo quando si supera una certa soglia. Infatti, è improbabile che l'attività della lattasi sia del tutto azzerata; più probabilmente è solo ridotta, quindi si è in grado di digerire correttamente piccoli quantitativi di lattosio, specialmente se assunti durante i pasti, in modo da diluirne l'assorbimento in un arco temporale più ampio.

Come si riconosce un'intolleranza
L'intolleranza si può presentare nell'arco delle 72 -96 ore al massimo i sintomi spesso sono flatulenza, gonfiore, dolori addominali diarrea e sfoghi cutanei : la causa e dovuta alla fermentazione del lattosio non digerito nell'intestino. Purtroppo, la sindrome da intestino irritabile presenta più o meno gli stessi sintomi, quindi è piuttosto facile diagnosticare erroneamente una malattia invece dell'altra; inoltre, non è raro che una persona possa soffrire di entrambe le patologie. Per sapere esattamente di cosa si tratta è bene eseguire un controllo più approfondito: per fortuna esistono ormai da diversi anni test specifici che possono venire in aiuto in questo caso.

Come rimediare
Se viene diagnosticata un'intolleranza al lattosio, si effettuano modifiche alla dieta limitando il consumo di alimenti che contengono lattosio. Bisogna però fare attenzione perché quest'ultimo è contenuto in tantissimi cibi, e la sua presenza non è sempre ovvia o evidente. Ad esempio, diversi piatti pronti o alimenti confezionati contengono lattosio, latte scremato in polvere o siero di latte in polvere.

ci sono alcuni prodotti caseari, come i formaggi a pasta dura, ne contengono pochissimo o addirittura ne sono privi; lo yogurt con fermenti lattici vivi è particolarmente utile in quanto contiene proprio l'enzima lattasi e può pertanto aiutare il processo digestivo.

Inoltre, esistono particolari prodotti farmaceutici che contengono lattasi in forma liquida (da aggiungere al latte prima di berlo) o solida (da assumere prima di consumare latticini) e ovviano in parte al problema.

Lattosio nascosto

Anche se il latte ed i prodotti lattiero-caseari sono l'unica fonte naturale, il lattosio viene spesso aggiunto ai cibi preparati. Le persone con una tolleranza al lattosio molto bassa dovrebbero conoscere i prodotti alimentari che potrebbero contenere anche una piccola quantità di lattosio come:
pane ed altri prodotti da forno, Corn flakes per prima colazione, Patate precotte, minestre, bevande per prima colazione. margarina, Carne
Condimenti per insalate,Caramelle ed altri snack
Preparati frittelle, biscotti e dolci,Carne tritata-integratori

Inoltre, il lattosio è usato come principio base per circa il 20% di farmaci prescrivibili e circa il 6% per quelli non prescrivibili. Anche molti tipi di pillole anticoncezionali e tavolette contro l'acidità di stomaco e formazione di gas contengono del lattosio. Comunque, questi prodotti hanno effetto solo su coloro che soffrono di gravi forme di intolleranza al lattosio.

Come convivere con il lattosio?

L´intolleranza al lattosio può essere facilmente gestita. Siccome generalmente è legata ad una insufficiente produzione dell´enzima lattasi, è sufficiente assumere i prodotti che contengono lattosio in piccola quantità. Per beneficiare dei fattori nutrizionali presenti nel latte, molti adulti che non lo bevono possono comunque mangiare formaggi duri e yogurt. I formaggi duri, che sono di solito invecchiati, hanno meno del 10% del lattosio contenuto nel latte. Solo le persone che sono estremamente intolleranti al lattosio hanno problemi nel mangiare i formaggi duri. Oppure si può optare per gli yogurt. Lo yogurt, che ha una grande quantita´ di colture di batteri vivi, e´ facilmente tollerabile, poiche´ i batteri spezzano il lattosio ancor prima che questo causi problemi.
Qui riporto una lista di suggerimenti, per coloro che manifestano una intolleranza:

Bere il latte in porzioni inferiori ad un bicchiere possibilmente insieme al consumo di altri alimenti.
Mangiare formaggi duri, come il parmigiano,
pecorino e simili
preferire e Consumare yogurt con fermenti vivi.

Se proprio c'è il desiderio dei latticini scegliere prodotti lattiero-caseari privi di lattosio (ne esistono parecchi, di formulazione industriale) ma se potete evitare e meglio
assumere per un breve periodo delle pillole o capsule contenenti lattasi, che vi aiutano a digerire il lattosio.

Iridologo Bioterapeuta
Ventura Renato
Vitamine e minerali che si trovano in natura

Vitamine

Vitamina A (Retinolo) e Betacarotene
ortaggi verdi e gialli (spinaci, cavoli, carote, zucca, spinaci), uova, burro, oli di fegato di pesce, banane, albicocche, ciliege, piselli, peperoni, prezzemolo;

Vitamina B1 (Tiamina)
cereali integrali, fegato, carne di maiale, fagioli, noci e nocciole, lenticchie, orzo, lievito di birra, soia;

Vitamina B2 (Riboflavina)
lievito di birra, fegato, noci, nocciole, orzo, piselli, fagioli, uova, latte;

Vitamina B3 (Niacina) o Vitamina PP
lievito di birra, fegato, rognone, cereali integrali, germe di grano, pesce, pollame, noci, nocciole;

Vitamina B5 (Acido Pantotenico)
fegato, pappa reale, germe di grano, rognone, cuore, lievito di birra, semi di girasole, tuorlo d'uovo;

Vitamina B6 (Piridossina)
carne, cereali integrali, lievito di birra, vegetali verdi, germe di grano, semi di girasole, grano saraceno, banane;

Vitamina B7 (Inositolo)
cereali integrali, agrumi, lievito di birra, fegato;

Vitamina B12 (Cianocobalamina)
fegato, rognone, carne, pesce, latte;

PABA (Acido Paraminobenzoico)
fegato, lievito di birra, germe di grano, albicocche, arachidi;

Vitamina C (Acido Ascorbico)
agrumi, kiwi, peperoni, prezzemolo, patate, pomodoro, cardo, frutta fresca in generale e la maggior parte delle verdure;

Vitamina D (Calciferolo)
tuorlo d'uovo, pesce, olio di fegato di pesce, avena, burro, mitili, tonno e salmone, mandorle, ribes;

Vitamina E (Alfatocoferolo)
la maggior parte degli oli vegetali, germe di grano, quasi tutti i semi, uova, vegetali verdi, fegato, latte, noci, noccioline, leguminose e cereali integrali;

Minerali

Ferro
fegato, carne, uova, grano, altri cereali integrali, frutto rossa, vegetali verdi e rossi, lievito di birra, pesce;

Potassio
vegetali verdi, arance, patate, banane, albicocche, semi di girasole, cereali integrali, carne;

Magnesio
noci, cereali integrali, fagioli, piselli, vegetali verdi, soia, mandorle, lievito di birra, olive, prezzemolo, cipolla;

Rame
fegato, cereali integrali, mandorle, vegetali verdi, quasi tutti i pesci marini;

Manganese
tuorlo d'uovo, semi di girasole, germe di grano, cereali integrali, piselli, fagioli, lievito di birra, albicocche, asparagi, cipolla;

Zinco
lievito di birra, fagioli, noci, semi di girasole e altri semi, germe di grano, pesce, ostriche, crostacei, carne, fegato;

Selenio
crusca, germe di grano, broccoli, cipolle, pomodori, tonno, alghe;

cibi a prevalente contenuto di carboidrati

Amidacei: cereali, farine, pasta, pane, riso, patate, patate americane, polenta, legumi Zuccherini: miele, zucchero, dolciumi, marmellate, cioccolato;
Frutta: castagne, datteri, banane, fichi, uvette e frutta secca Bevande alcoliche: birra, whisky, altri distillati di cereali;


cibi neutri

Grassi: olio di oliva, olio di singolo seme, lardo, pancetta, strutto, burro, panna;
Condimenti : erbe aromatiche, pepe, sale, paprika, noce moscata, senape, aglio, peperoncino;
Frutta : noci, arachidi, nocciole, mandorle (solo in piccola quantità; in quantità eccessiva possono determinare fermentazione anche se correttamente associate);
Verdure: asparagi, biete, carciofi, carote, cardo, cavolfiore, cavoli, cavolini, cetrioli, cicoria, cipolle, fagiolini, finocchi, funghi, insalate in foglia, melanzane, peperoni, pomodori, porri, rapanelli rape, sedano, spinaci, zucca, zucchine;
Bevande: tè, caffè, cacao, acquavite (grappa), acqua (gasata o no);

cibi a prevalente contenuto di proteine (o acidi)

Alimenti proteici: carni di tutti i tipi, pesce, uova, latte, latticini in genere, formaggi di ogni tipo, yogurt selvaggina, salumi, insaccati;
Frutta acida: mele, pere, pesche, albicocche, prugne, agrumi, ananas, fragole, frutti di bosco, mandorle secche, uva, melone, anguria,Bevande: vino
Attenzione
Le combinazioni alimentari possono essere risolutive per alcune situazioni patologiche. Per altre, può essere più indicata un'impostazione dietetica basata sui principi differenti:

Le leguminose (ceci, fave, lenticchie, fagioli, piselli) possono determinare fermentazione intestinale se associate ad altri cibi, a causa della loro composizione mista di carboidrati e di proteine: è allora consigliabile fare un singolo pasto a base di sole leguminose per evitare il problema.
La frutta secca viene trattata con anidride solforosa, che può provocare un'intensa fermentazione intestinale; è quindi preferibile utilizzare frutta non trattata, venduta in negozi specializzati.
Anche se uva, anguria e melone sono frutti a fermentazione acida e si adattano a essere miscelati ad alimenti proteici, per loro peculiari caratteristiche di contenuto zuccherino possono provocare fermentazione se mangiati assieme a qualsiasi altro cibo: potrebbe quindi essere indicato mangiarli da soli.
L'acqua preferire quella naturale con basso residuo fisso e può ovviamente essere aggiunta a qualsiasi alimento.
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Alimenti che possono causare intolleranza sono:

latte e latticini, lieviti, frumento, oli vegetali, olio di oliva, etc.
Esistono tuttavia una serie di alimenti che non provocano mai reazioni avverse:

1. Carciofi
2. Pere
3. Carne di tacchino
4. Carne di agnello
5. Lattuga
6. Riso
7. Carote

Allergia al latte
Alimenti vietati nell’allergia al latte

1. Latte vaccino, burro, yogurt, formaggi, panna, besciamella
2. Brioches, biscotti, gelati, budini, merendine, cioccolato
3. Caramelle
4. Pane al latte, crackers integrali
5. A rischio: pizza e focaccia
6. Prosciutto cotto, salame, mortadella, wurstel, salsiccia
7. Prodotti per l'infanzia
8. Agnello, vitello e manzo: tutte le parti dell'animale e le frattaglie
9. Prodotti dietetici , farmaci che contengono lattosio
10. Vitello, manzo: tutte le parti dell'animale e le frattaglie, dado ed estratti di carne, ragù confezionati, patè, ripieni di paste alimentari, carne secca, bresaola.

Alimenti vietati nell’allergia al lievito

1. Pane, pizza, torte
2. Formaggi, yogurt, margarina
3. Funghi, tartufi, crauti
4. Nocciole, noccioline, noci, arachidi, mandorle
5. Birra, alcolici in genere
6. Lievito, aceto di vino (anche balsamico), salse varie, dadi da brodo, alimenti conservati e sottaceto

Alimenti vietati nell’allergia all’uovo

1. Tutti i prodotti contenenti uova, esempio: brioche, pasticcini, torte, creme all'uovo, biscotti, salatini, gelati alle creme...
2. Paste ripiene, piatti pronti del commercio con panatura (es: sofficini, spinacine, bastoncini di pesce, etc…), pasta all'uovo.
3. Tuorlo d'uovo.
4. Maionese e salse in commercio
5. Diciture su etichette alimentari che possono indicare la presenza di uovo: Albumina Leganti Coagulanti Bianco d'uovo Rosso d'uovo
- Emulsionanti Globina Lecitina Livetina Lisozima Ovoalbumina
- Ovamucina Ovomucoide Ovovitellina Polvere d'uovo Uovo intero

Alimenti vietati nell’allergia all’acido salicilico naturale

1. Mele, uva, frutti di bosco, albicocche , pesche, prugne secche, ciliegie, mandorle, arance, fragole, mirtilli, noci, nocciole, cavoli, pomodori, insalata verde
2. Thè
3. Aceto, vino
4. Pepe, chiodi di garofano

Alimenti vietati nell’allergia al nichel
Il nichel solfato è un metallo di colore giallo intenso che viene definito "ubiquitario" perché è presente in molti prodotti di uso quotidiano.

Prodotti che possono contenere nichel:

Accessori di abbigliamento di natura metallica: orecchini, anelli, collane, orologi non dichiaratamente nichel-free; fibbie delle cinture, bottoni metallici; fermagli per capelli; cerniere; montature metalliche per occhiali
Cosmetici: tinture per capelli (i liquidi per la permanente possono facilitare il rilascio dai Utensili metallici domestici: lavelli metallici; posate; forbici; utensili di acciaio inossidabile; contenitori per cibi in scatola
Oggetti di uso comune: monete, chiavi, maniglie metalliche, oggetti di terracotta e porcellana, detersivi, cemento, oggetti cromati, oro bianco e giallo a 14 carati
Coloranti: per oggetti di vetro, ceramica, per tessuti, per inchiostri e carta carbone
Prodotti medico chirurgici
Gli oggetti metallici dovrebbero essere rivestiti con più strati di smalto per unghie, lacca per capelli, oppure ricoperti di materiale plastico. Usare guanti protettivi.

Tra gli alimenti che possono contenere nichel ricordiamo :

Farina di mais, farina d'avena, farina di frumento, grano integrale, riso
Ostriche, aringhe, sgombri, tonno, cozze
Formaggi
Lattuga, asparagi, cipolle, spinaci, carote, barbabietola rossa, rafano, porro, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, broccoli, legumi freschi e secchi (fagioli, lenticchie, piselli), soia, funghi, rabarbaro, prezzemolo, senape
Pere, mele, agrumi, uva fresca e passa, prugne, lamponi, ananas, pesche, albicocche, fichi
Nocciole, noccioline, noci, arachidi, mandorle
Vino, birra, tè
Lievito, alimenti inscatolati o cucinati in recipienti di acciaio inossidabile.

Attenzione alle combinazioni crociate, ad esempio chi è allergico al polline è spesso intollerante anche ad alcuni alimenti con sostanze in comune con il polline. Chi è allergico alle graminacee deve fare attenzione a:

pomodoro pesca melone prugna albicocca ciliegia anguria

Chi è allergico alla parietaria deve prestare attenzione a:

piselli basilico gelso melone ciliegia

Chi è allergico alla betulla deve stare attento a:

sedano finocchio pera mela noci ciliegie carota albicocca banana nocciole

Iridologo Bioterapeuta
Renato Ventura
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I COMPONENTI DEI CIBI

Ogni cibo può essere descritto biologicamente secondo la sua composizione in: acqua, carboidrati, proteine, grassi e fibre. il tutto si può descrivere chimicamente secondo la loro composizione in elementi e chimici (carbonio, idrogeno ecc.).
carboidrati
proteine, grassi, fibre, acqua, minerali (potassio, sodio, ferro ecc.) e vitamine.

i carboidrati ( glicìdi o glucìdi) sono zuccheri. e la forma di energia più utilizzata dal nostro organismo in attività di medio-alta intensità. Sono presenti nel sangue (glucosio), nel fegato e nei muscoli (sotto forma di glicogeno). La quantità di carboidrati immagazzinati sono all' incirca circa 500 g, Le fibre sono carboidrati che, non potendo essere digeriti, non sono importanti dal punto di vista calorico. Un g di carboidrati apporta 4 calorie.

Esempi di carboidrati sono: glucosio, fruttosio (frutta) saccarosio (barbabietola da zucchero), galattosio (latte), amido (vegetali come la patata), glicogeno (muscoli e fegato).
I grassi (o lipidi) sono il substrato energetico per attività di bassa-media intensità. Il corpo può immagazzinare energia sotto forma di grasso praticamente senza alcun limite (anche in un individuo magro l'energia immagazzinata nel grasso è almeno 20 volte quella immagazzinata sotto forma di carboidrati). I lipidi scindono in semplici e composti. I lipidi semplici sono i trigliceridi, unione di glicerolo + acidi grassi. I lipidi composti sono trigliceridi legati ad altri composti.

A secondo della loro struttura chimica gli acidi grassi si possono sudividere in: saturi a catena lunga (LCT), saturi a catena media (MCT), insaturi e idrogenati. Gli insaturi si suddividono in monoinsaturi e polinsaturi. La saturazione dipende da quanti legami di carbonio possono rompersi per legarsi a un atomo di idrogeno. Grassi saturi: nessun legame doppio di carbonio, monoinsaturi uno, polinsaturi due o più. L'idrogenazione è un processo chimico con cui si ottiene un grasso saturo a partire da un grasso insaturo.
Le proteine sono componenti fondamentali di tutti i processi biologici. A differenza di carboidrati e grassi, svolgono solo una marginale funzione energetica (anche se 1 g di proteine equivale a 4 calorie). Sono importanti per lo sviluppo muscolare. Sono costituite da aminoacidi. Esistono oltre 300 aminoacidi, ma solo 8sono essenziali perché devono essere assunti con l'alimentazione (l'organismo non sa costruirli a partire da altre sostanze): leucina, isoleucina, valina (questi tre sono detti anche "ramificati" per la loro struttura), triptofano, fenilalanina, lisina, treonina, metionina. Per i bambini sono essenziali anche arginina e istidina. Sono presenti in: carne e pesce, latte e derivati (formaggi), uova, leguminose, frutta secca.

Una dieta equilibrata assicura il corretto apporto di minerali. Per accertare una carenza minerale basta un esame del sangue oppure Esami alternativi come il mineralogramma.

Le vitamine sono sostanze che agiscono da coenzimi, cioè in appoggio all'azione degli enzimi per rendere possibili le reazioni chimiche che necessitano . A parte la vitamina D, non sono sintetizzabili dall'uomo e devono perciò essere introdotte con il cibo.differentemente dalle piante invece che le producono normalmente e sono la risorsa vitaminica del regno animale di cui facciamo parte anche noi . Ogni vitamina ha una particolare struttura e alcune di esse (A, D, niacina e acido folico) vengono attivate da altre sostanze dette provitamine. Le vitamine si suddividono in idrosolubili (si sciolgono in acqua) e in liposolubili (si sciolgono nei grassi corporei,) e sarebbero la A, la D, la E e la K).

I PRINCIPI ALIMENTARI

le proteine

Le proteine sono la componente più importante del nostro organismo dopo l’acqua, proteina deriva dall’antica parola greca "pròteios" che significa " importanza primaria ".
Il nostro organismo si compone infatti di miliardi di cellule, e queste, a loro volta, sono costruite proprio a partire dalle proteine. Per esprimere questo concetto gli scienziati dicono che le proteine svolgono una funzione "plastica".
Sono fatti di proteine anche gli enzimi, gli ormoni, gli anticorpi, i muscoli, le ossa, i capelli, la pelle, tutti gli organi interni. Le proteine nascono dalla combinazione di poco più di venti sostanze piccolissime; gli amminoacidi.

Di questi amminoacidi che compongono le proteine, il nostro organismo è capace di sintetizzarne alcuni, che sono detti "non essenziali"; gli altri, "essenziali", deve invece assumerli con gli alimenti.
Un alimento è perciò tanto più completo quanti più amminoacidi essenziali contiene. Gli alimenti più completi di tutti sono quelli di origine animale, come la carne, il pesce, il latte e le uova, poiché contengono tutti gli amminoacidi essenziali. Quelli di origine vegetale, come i cereali e i legumi, sono invece privi di alcunidi essi, e sono quindi di qualità inferiore. La carenza di amminoacidi essenziali può però essere annullata mangiando contemporaneamente cereali e legumi.

I Carboidrati

I carboidrati, chiamati anche "glucìdi", sono sostanze dal sapore dolce, almeno quelle più semplici. Ci sono tre tipi di carboidrati. Quelli più semplici sono i tre monosaccaridi, il glucosio, il fruttosio e il galattosio. Pur avendo la stessa struttura, questi tre carboidrati possono avere proprietà molto diverse per il nostro organismo. Certi enzimi, per esempio, sono attivi solo col glucosio, e non col fruttosio.

Ogni volta che due monosaccaridi si uniscono, producono carboidrati un po’ più complessi: i disaccaridi. Il saccarosio, che è poi il normalissimo zucchero che si trova nelle case, è il disaccaride che nasce dall’unione del glucosio col fruttosio. Il lattosio, lo zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati, nasce invece dall’incontro del glucosio col galattosio, mentre il maltosio, lo zucchero che deriva dall’amido, nasce dall’unione di due molecole di galattosio.

Quando i monosaccaridi che si uniscono sono più di due, si hanno i carboidrati più complessi, i polisaccaridi. Il polisaccaride più importante nella nostra alimentazione è l’amido, che si trova soprattutto in alimenti di origine vegetale, come la pasta, il pane, il riso, i legumi, le patate, le banane e le castagne. Oltre all’amido ci sono il glicogeno, contenuto nella carne e nel fegato, e le fibre vegetali, le sostanze che costituiscono lo "scheletro" delle piante.

I Lipidi

I lipidi alimentari possono essere di origine animale o vegetale. I primi, detti anche "acidi grassi saturi" sono quelli che si trovano nella carne, o comunque negli alimenti di origine animale,come il burro, la margarina, il lardo, lo strutto.
A temperatura ambiente sono solidi, densi, pesanti e difficili da digerire. I secondi, detti anche "acidi grassi insaturi" sono invece di origine vegetale, come l’olio di oliva e di semi.

A temperatura ambiente sono liquidi, leggeri e più digeribili.

È preferibile non mangiare troppi grassi saturi. Se presi in grandi quantità pare infatti che provochino un aumento del livello di colesterolo e trigliceridi nel sangue, responsabili di malattie come l’ipertensione.

Date quindi la preferenza ai grassi "insaturi", quelli di origine vegetale, perché tendono ad abbassare il livello di colesterolo. È importante inoltre ricordarsi che gli acidi grassi insaturi possono svolgere la loro utile funzione nell’organismo solo in presenza della vitamina E.

I Minerali

Anche se non forniscono calorie, i minerali svolgono moltissime funzioni utili per l’organismo. Sapevi, per esempio, che è il ferro che trasporta l’ossigeno nel sangue?
Il calcio, invece, è importante non solo per fortificare le ossa e i denti, ma permette anche di contrarre i muscoli, e rende quindi possibile anche il battito del cuore.
Il sodio e il potassio, invece, permettono la trasmissione di segnali elettrici attraverso i nervi, mandando messaggi lungo tutto il corpo.

Dal fluoro dipende la salute dello smalto dei denti. Insomma, senza questa piccola miniera, il nostro organismo non potrebbe sopravvivere.

Pur essendo tutti necessari, soltanto una quindicina di essi è particolarmente importante e deve essere assunta con gli alimenti. E come le vitamine, anche i minerali devono essere presi in quantità ridotte, e un’alimentazione equilibrata e varia ne contiene in quantità sufficienti.
Se introdotti in eccesso, possono produrre gravi danni. Il troppo ferro, per esempio, causa un pericoloso sovraccarico del fegato, del pancreas e del cuore.

I minerali contenuti negli alimenti di origine animale vengono assorbiti dall’organismo più in fretta rispetto a quelli contenuti nei vegetali.

La quantità giornaliera da assimilare nel nostro organismo deve essere circa di 100mg. per ogni minerale,

i minerali essenziali sono : Calcio, Fosforo; Magnesio, sodio, Potassio, Cloro.

Le Vitamine

Che cosa significa il nome "vitamina"?

La storia di questo nome è interessante. Lo si deve a Casimiro Funk, lo scienziato polacco che nei primi anni del 1900 scoprì una sostanza contenente azoto, chiamata "amina", che egli credette di enorme importanza per la vita.

Per questo la chiamò "amina della vita", da cui è derivato il nome "vitamina".
Le vitamine attualmente conosciute sono tredici, anche se alcuni ne comprendono un maggior numero (fino a diciassette).

Gli scienziati le dividono in due grandi gruppi: quelle che si sciolgono nell’acqua, e che sono perciò dette "idrosolubili", e quelle che si sciolgono nei grassi, dette "liposolubili".
La differenza è importante.

Le vitamine idrosolubili, infatti, non si accumulano nell’organismo, ed è quindi necessario introdurne una certa quantità ogni giorno.

Le vitamine liposolubili, invece, possono accumularsi nel fegato, e se assunte in quantità eccessive provocano gravi danni alla salute (ipervitaminòsi).

È per questo che non bisogna mangiare vitamine come se fossero caramelle.

L'Acqua

Per capire quale importanza abbia l’acqua per la vita umana, immaginiamo di poter "spremere" una persona adulta. Ebbene, se lo facessimo scopriremmo che essa è fatta per la maggior parte d’acqua, fino al 65%.

E se poi immaginassimo di "spremere" un bambino piccolo scopriremmo che è fatto ancora più di acqua, fino al 70%.

L’acqua, dunque, è un costituente fondamentale dell’organismo umano, ed è per questo che si dice che la sua importanza è inferiore soltanto a quella dell’ossigeno.

Come le vitamine e i sali minerali, anche l’acqua non fornisce energia e, quindi, nemmeno calorie, ma è ugualmente importantissima perché svolge funzioni biologiche fondamentali.
Ad esempio, aiuta a mantenere costante, attorno ai 37 °C, la temperatura corporea, scioglie i principi nutritivi e li trasporta in tutti i punti del corpo, permette di eliminare le sostanze di rifiuto e lubrifica le articolazioni e l’esofago.

Essa contiene inoltre una certa quantità di sali minerali, e partecipa a tutte le reazioni vitali.
Tutti i principali processi chimici e fisici che avvengono nell’organismo, per potersi compiere, debbono infatti svolgersi in sua presenza.
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ALCUNI MODELLI ALIMENTARI

La dieta mediterranea - Secondo la versione più accreditata, la dieta mediterranea è stata "scoperta" dal medico Ancel Keys. Nel 1945 Keys sbarcò a Salerno insieme al contingente americano; durante la sua permanenza nel Cilento si accorse che le patologie cardiovascolari erano meno diffuse che nel suo paese. Seguirono diversi studi che stabilirono che l'incidenza delle patologie vascolari era inferiore nei paesi dove si utilizzava una dieta mediterranea. In realtà ancora oggi ci si avvale di quegli studi senza averli sottoposti ad analisi critica. In particolare non esiste una significativa differenza di vita media fra paesi come gli Stati Uniti, l'Italia, la Germania o il Giappone; inoltre l'analisi statistica effettuata fra gli anni '50 e '70 non teneva conto che le morti per incidenti cardiovascolari di nazioni come l'Italia e la Grecia erano inferiori rispetto agli Stati Uniti semplicemente perché la gente moriva prima per altre cause. Alimenti cardine della dieta mediterranea sono i cereali (pane, pasta ecc.), i legumi, gli ortaggi, la frutta e l'olio d'oliva. Purtroppo non è affatto vero che mangiare mediterraneo con i prodotti della nostra terra sia il modo migliore di alimentarsi. Attualmente infatti anche la dieta mediterranea è sotto accusa perché gli italiani sono il secondo popolo più obeso d'Europa e l'obesità aggrava proprio quelle patologie che la dieta mediterranea si prefigge di sconfiggere.
La dieta a zona - Nel 1995 Sears, partendo dagli insuccessi delle diete salutiste, propose la dieta a zona, basata sulla necessità di mantenere bassa la produzione d'insulina, responsabile di trasformare i carboidrati in eccesso in adipe. La dieta a zona funziona così:
a) si calcolano le proteine necessarie, tenendo conto della massa magra del soggetto e del suo indice di attività;
b) si calcolano i carboidrati per evitare di scatenare un picco d'insulina. Per Sears il rapporto fra proteine e carboidrati deve essere compreso fra 0,6 e 0,8, ottimale 0,75. Poiché il rapporto ottimale è 30:40, i grassi si stimano nel 30%. Sears suggerisce perciò la formula 40-30-30.
Poiché si parte dal calcolo delle proteine, la quantità di carboidrati si calcola successivamente (indice 0,75). I grassi secondo la formulazione classica devono essere pari al 30% delle calorie totali. In tal modo però si ottiene una dieta fortemente ipocalorica.
La dieta italiana - Proposta nel 2003 è un tentativo di superamento della dieta mediterranea, precisando molti concetti che quest'ultima lasciava in sospeso. Punti fondamentali della dieta italiana sono la valutazione del sovrappeso in modo più rigido rispetto ai modelli tradizionali (per essere sani occorre essere magri), la necessità dell'attività fisica (l'attività fisica non è consigliata, è necessaria), lo sviluppo di una coscienza alimentare (sapere cosa si mangia evitando per esempio grassi/oli vegetali idrogenati, margarina, additivi nocivi, cibi con zucchero aggiunto, netta moderazione degli alcolici, vino compreso, ecc.), la definizione di una cucina appetibile, saziante, ma ipocalorica.
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SINTOMI DI PESANTEZZA GONFIORI ADDOMINALI INTESTINO PIGRO.

Spesso questi sintomi sono causati da una errata alimentazione, il tuo organismo manda segnali di questo tipo come richiesta di aiuto.
Gli organi digerenti appesantiti da una alimentazione errata hanno bisogno di disintossicarsi dai eccessi di grasso e di tossine accumulate, spesso gli organi in questione sono fegato ed intestino.
Si tratta maggiormente di rispettare determinare regole di base.

Non saltare i pasti (nel possibile) sembrerebbe un controsenso ma si andrebbe incontro al rischio di ingrassare, infatti saltando la colazione il pranzo o la cena stimoli l’adipostato un sensore cerebrale che controlla determinati stimoli compreso quello della fame.
E per reazione può indurti a un eccessivo bisogno di mangiare.

Usare poco sale
Salare eccessivamente i cibi si rischia di andare incontro ad una ritenzione idrica, e che contribuisce a quel senso di gonfiore.

Bere durante l’arco della giornata, possibilmente acqua con basso tasso di residuo fisso, consumare maggiormente frutta e verdura, aiuta l’intestino nell’assorbimento, inoltre contengono antiossidanti che proteggono l’organismo dai radicali liberi.
Ridurre il consumo di alimenti grassi, come formaggi, panna, crema pasticceria. Ecc.ecc.

Per disintossicarsi utilizzare del miele, oltre ad essere un ottimo prodotto energetico e facilmente digeribile e un ottimo depurante, soprattutto il miele di acacia disintossica il fegato ed è un stimolante per chi soffre di intestino pigro, sostituire se possibile il miele allo zucchero nel caffè (mezzo cucchiaino per chi ama il caffè dolce).

Per chi ama la marmellata consiglio quella biologica oppure a base di aloe, aiuta nell’eleminazione delle tossine e a idratare la pelle.

Comunque consiglio sempre di effettuare un Test di intolleranza alimentare ad ogni cambiamento di stagione.
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L'ACIDIFICAZIONE ANORMALE DEL'INTERO ORGANISMO

L'Acidità anomala che produciamo, si propaga a macchia d'olio e sembra essere la causa principale dell'origine di ogni malattia perchè impedisce la normale attività del Sistema Immunitario. Possiamo constatare questo fenomeno di persona, Ma penso sia meglio ricordare come dovrebbe sempre operare la digestione:

Il cibo, ben triturato dai denti, viene mischiato in bocca alla saliva.


Discende attraverso l'esofago verso lo stomaco superando uno sfintere (valvola), a questo punto il cibo entra nello stomaco e si mischia in quantità necessaria con il Succo Gastrico che è molto acido. Ne risulta un composto omogeneo pronto alle reazioni chimiche che avverranno nell'intestino per l'assorbimento di quanto è necessario per la vita, ma ancora molto acido.


Appena prima del Pyloro (altra valvola alla fine dello stomaco) incontra un nucleo di batteri (Elycobacrer Pylori) che producono ammoniaca, serve a diminuire l'acidità del composto.


il tutto passa per il Duodeno, dove trova la Bile che, fra le altre funzioni, elimina l'acidità residua ed entra nell'intestino tenue senza acidità e le sostanze possono essere assorbite con facilità senza alterazioni in tutto il lungo percorso dell'intestino tenue.


Di questa mancanza di acidità ne gode anche l'intestino Crasso ( Colon, Sigma, Retto).


Purtroppo l'alimentazione non sempre è giusta anche perchè ogni persona è diversa da un'altra e la necessità di alimenti è diversa a seconda del clima, dell'attività fisica, delle abitudini di vita, dalle ore di alimentazione (spuntino, merenda, ecc.), problemi sociali, lavorativi e tanti altri fattori.


Le conseguenze di una acidità anomala sono molte dalle più banali come un leggero reflusso gastrico una persistente leggera stitichezza, sintomi di sonnolenza dopo pranzo o un gonfiore antipatico del ventre, alle gravi patologie come un'alterazione del normale equilibrio esistente nell'organismo fra basi ed acidi, fra cui l'acidità del colon (si parla di colon irritabile o ulceroso).


Per esempio l'Acidosi respiratoria, che è l'aumento degli acidi, è dovuto a difficoltà di eliminare con la respirazione quantità adeguate di anidride carbonica, per cui un eccesso di questo prodotto di rifiuto si accumula nel sangue: la si può notare nell'ASMA BRONCHIALE e nelle malattie delle alte vie respiratorie. L'Acidosi Metabolica consegue invece ad una elevata produzione di acidi, come nel DIABETE MELLITO non controllato o nelle forme gravi di denutrizione; può anche verificarsi per difettosa eliminazione di acidi attraverso le URINE, o per eccessiva perdita di bicarbonati come nella DIARREA.


Malattie del tipo sclerosi, sclerodermia, psoriasi, meteorismo e fibromialgia, ecc. si sono risolte eliminando l'acidità anomala.


Ma un'altro fattore può essere dato dall'acidità dell'intestino tenue, ossia proprio nella zona di assorbimento degli alimenti, con conseguente mal'assorbimento di acidi che vanno ad invadere tutto il corpo.


Il segno più evidente può essere dato dalla pelle secca ed acida indice di mancanza di vitamina F, o da alterazione nell'attività di varie parti del corpo, dagli occhi alla bocca, dagli arti al cranio, dalla saliva ai vari organi in generale ( fegato, milza, pancreas, polmoni, ecc.).


Per cui l'alimentazione è e deve essere la base della salute e, come si può notare dalle varie statistiche, l'alimentazione corretta porta ad una vita lunga, serena e con poche malattie ma mai importanti.


E' possibile eliminare ogni forma di acidità anomala aiutandosi con una alimentazione appropriata e studiata.


Per sapere quale alimentazione è necessaria per eliminare l'eccesso di acidità, è necessario uno studio non invasivo e assolutamente indolore (Test di Intolleranza), ed un appoggio terapeutico con tecniche di "medicina" alternativa.
TEST PER INDIVIDUARE IL PROPRIO TIPO METABOLICO

DOMANDE
Conta il numero delle tue pulsazioni in un minuto. Quante sono?
A-Meno di 60
B-Da 60 a 78
C-Più di 78
Prova a trattenere il respiro. Quanti secondi riesci a resistere?
A-Meno di 49
B-Da 50 a 60
C-Più di 60
Hai la pressione bassa?
A-Si
B-Normale
C-No
La forma del tuo corpo è:
A-A "pera" (accumulo di grasso su fianchi, glutei, cosce)
B-Normale
C-A "mela" (accumulo di grasso sul ventre)
Le tue mani in genere sono:
A-Da gelate a fresche
B-Normali
C-Da calde a bollenti
Quanto sudi?
A-Poco, anche quanto fa caldo
B-Solo sotto sforzo e quando fa caldo
C-Spesso e tanto
Soffri di insonnia?
A-Si
B-Qualche volta
C-Mai
Ti svegli stanco al mattino?
A-Si
B-Qualche volta
C-Mai
Ti senti spesso affaticato?
A-Si, anche dopo brevi sforzi
B-Solo dopo grandi sforzi
C-Sopporti sforzi intensi e prolungati, poi crolli di colpo
Soffri di sonnolenza durante la giornata?
A-Si
B-Qualche volta
C-Mai
Soffri di disturbi digestivi, coliti?
A-Si
B-Qualche volta
C-Mai
Hai problemi di smagliature, cellulite, ritenzione idrica?
A-Si
C-Non in genere

RISULTATO
Se si risponde A per 8-12-risposte si appartiene alla Tipologia Metabolica dei LENTI-IPOSSIDATORI
Se si risponde C per 8-12-risposte si appartiene alla Tipologia Metabolica dei RAPIDI-IPEROSSIDATORI
TEST PER VERIFICARE IL PESO FORMA

Per sapere se il proprio peso è normale esiste un criterio guida :

IMC = INDICE di MASSA CORPOREA
Per calcolarlo basta dividere il proprio peso per l’altezza in metri elevata al quadrato ( cioè moltiplicata per se stessa) esempio soggetto: altezza 1,85 kg 77 = 1,85 x 1,85 = 3,42.

Ora dividete il peso (77) diviso il risultato ottenuto (3,42)=22,51 questo e il vostro IMC
PESO : ALT x ALT

quando il risultato è tra 20 e 25 si è nella NORMA

quando il risultato è tra 25 e 30 si è in SOVRAPPESO
quando il risultato è oltre i 30 si è OBESI
tenete presente che si tratta di un valore matematico, che non dice se il peso è costituito da grasso o da muscoli.
ALIMENTI SUGGERITI PER IL METABOLISMO LENTO
cereali :pane, pasta, pizza, riso, polenta(farine non integrali) avena, mais, orzo.

farine alternative : camut ( ma è amaro) farro, ( ottimo), amaranto, quinoa, sesamo, tapioca.

carni : vitello, vitellone, agnello, capretto, coniglio, galletto, pollo, tacchino, faraona(petto), prosciutto crudo e cotto senza polifosfati.

pesce: cefalo, cernia, dentice, merluzzo, nasello, orata, platessa, sogliola, sarago, spigola.

formaggi: mozzarella, stracchino, crescenza, robiola, caciotta, yogurt magro, latte scremato.

legumi: ceci, fagioli, piselli, soia.

verdure: bieta, broccoletti, carciofi, carote, cetrioli, cicorie, cipolle, finocchi, insalata verde, patate, melanzane, pomodori, zucchine.

frutta: ogni tipo purchè fresca, gelato di frutta e granite

bevande: acqua minerale ( non gasata), succhi dui frutta senza zuccheri, tisane, caffè (di orzo)

condimenti: olio di oliva, girasole, sesamo, sale, dadi e margarine vegetali, aromi e spezie, limone, aceto di mele

dolcificanti: zucchero di canna

nota: ricordatevi sempre di effettuare un esame E.A.V (intolleranza alimentare) prima di avviare una qualsiasi dieta.
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COME RICONOSCERE UNA INTOLLERANZA

Stanchezza
Evitare gli alimenti che contengono eccipienti o conservanti, cereali, pane pasta e i loro derivati, ottimo il pesce, frutta, verdure in foglia. In cura omeopatia (oligoelementi).

cistiti
ridurre gli zuccheri e gli alimenti con alto contengono di zucchero, per aumentare le difese immunitarie consiglio l’assunzione di alimenti come le verdure crude e decotti di erbe diuretiche tipo la gramigna, malva e uva ursina.

Sinusite
come rimedio omeopatico esistono validi oligoelementi, assumere vitamina A – C e bioflavonoidi, fare inalazioni o suffumigi e cercare di ripararsi la fronte con un buon cappello di lana.

Mal di testa
Evitare alimenti che producono istamina, lo si trova negli alimenti tipo caffè, coca cola, fragole, pomodori, spinaci, formaggi fermentati, sgombri e crostacei, cioccolato e alcol.
Anche in questo caso esistono validi prodotti omeopatici del tipo oligoelementi.
Questi sono le principali patologie riscontrate, nello specifico consiglio comunque di effettuare un Test di intolleranza alimentare e chimica almeno 2 volte l’anno .
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IL FABBISOGNO CALORICO

Per indicare l'energia apportata dai cibi, in scienza dell'alimentazione si usa la kilocaloria (kcal) e spesso la si chiama semplicemente caloria. Nel sistema internazionale (più consono ai fisici) l'unità di misura dell'energia è il joule.Nelle etichette nutrizionali si trova l'indicazione delle calorie di un alimento in kcal (kilocalorie) e in kjoule (kilojoule, 1.000 joule). Per passare da kcal a kjoule basta moltiplicare per 4,186; per passare da kjoule a kcal basta moltiplicare per 0,239.
Per fabbisogno calorico quotidiano (FCQ) s'intende la quantità di calorie che si deve assumere dagli alimenti per mantenere il proprio peso invariato. Se tale quantità è inferiore all'FCQ si dimagrirà, se è superiore si ingrasserà.
L'FCQ è la somma di tre componenti:
il metabolismo basale (le calorie necessarie alla sola sopravvivenza)
il contributo dell'attività lavorativa
il contributo dell'attività sportiva.
Se si è in sovrappeso, per dimagrire si può usare un fabbisogno calorico di 600 (per le donne 540) * (l'altezza in m al quadrato). Per esempio, senza avere una dieta eccessivamente rigida (che potrebbe risultare dannosa), per un sedentario alto 175 cm con peso di 85 kg è possibile impostare un regime alimentare da 600*1,75*1,75 = 1837 calorie, 1800 calorie circa.
Se non si è in sovrappeso, il fabbisogno calorico giornaliero è quello che mantiene inalterato il peso.
IL CALCOLO DELL'FCQ - Se si pensa di essere normopeso basta sommare le calorie assunte in una settimana normale che non abbia dato nessuna oscillazione nel proprio peso corporeo (cioè il peso è rimasto invariato) e dividerle per sette. Affinché il risultato sia corretto è necessario che i pasti non abbiano portate particolarmente voluminose che danno luogo a un sovraccarico intestinale che verrà smaltito in più di 24 ore, che la funzione intestinale sia regolare, che il test venga condotto a riposo, senza la presenza di un'attività fisica che possa alterare il peso perché causa di disidratazione o di diminuzione delle scorte di carboidrati (glicogeno), che non si assumano cibi particolarmente ricchi di sodio che possono provocare una temporanea ritenzione idrica e infine che non si assumano farmaci o integratori che possono provocare ritenzione idrica (antinfiammatori, creatina, glutammina) o disidratazione (diuretici).
Si conoscerà il proprio FCQ a riposo, un dato veramente importante per lo sviluppo di una coscienza alimentare compatibile con una sana alimentazione.
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PRODOTTI DIMAGRANTI

Sul mercato è comparsa una serie di prodotti che promettono un rapido dimagramento semplicemente assumendo qualche pastiglia prima dei pasti. Tralasciando quelli che sono di pertinenza medica (per la cura delle obesità gravi) e quelli decisamente da evitare (eccitanti), verranno esaminati quelli che possono essere acquistati senza ricetta medica e sui quali si è concentrata la pubblicità dei media. I meccanismi d'intervento sono sostanzialmente tre: accelerazione del metabolismo, eliminazione di parte di zuccheri e/o grassi, diminuzione del senso della fame.
L'accelerazione del metabolismo - Si cerca di innalzare la temperatura corporea o di stimolare particolari situazioni (per esempio risvegliando la tiroide). È il caso del celeberrimo fucus, alga delle Fucacee che vive nei mari temperato-freddi. La specie Fucus vesciculosus (quercia marina) viene utilizzata in erboristeria per preparare dimagranti; la presunta efficacia deriverebbe dallo iodio contenuto nell'alga (presenza già scoperta da B. Courtois ai primi dell'800) che stimolerebbe la tiroide, normalizzando il metabolismo dei soggetti in cui l'obesità deriva da una disfunzione tiroidea (comunque una piccola percentuale della popolazione sovrappeso). Il fucus contiene anche l'acido alginico che può assorbire una quantità d'acqua pari a cento volte il suo peso (da qui il teorico impiego anticellulite). In realtà in soggetti sovrappeso, ma sani, i meccanismi di controllo dell'organismo sono tali che il prodotto viene spesso neutralizzato da un'assuefazione che vanifica i benefici iniziali.
Le pillole brucia-grassi - Molti prodotti sono a base di erbe cui vengono attribuite proprietà dimagranti inesistenti. Sono a base di sostanze che, intervenendo sul metabolismo dei lipidi, dovrebbero controllare l'accumulo di grassi, aiutando a bruciare quelli esistenti. Alcuni vanno a intaccare processi che comunque in un individuo sano (come la maggior parte dei soggetti sovrappeso) sono utili; addirittura se usati da sportivi possono produrre cali d'energia (dovuti all'inibizione dei processi o a un generico effetto anoressante) che non giustificano l'impiego. È il caso della garcinia, nome comune della Garcinia Cambogia, pianta originaria del sud-est asiatico, utilizzata in erboristeria in prodotti dimagranti per la presenza di acido idrossicitrico nella buccia del frutto. Sembra che l'acido agisca sull'enzima citratoliasi o direttamente sull'acetilcoenzima-A, bloccando la sintesi degli acidi grassi, evitando che si formi tessuto adiposo. Se da un lato il processo sarebbe positivo poiché porta al consumo dei grassi circolanti (con riduzione dei trigliceridi), dall'altro è negativo perché l'acetilcoenzima-A è fondamentale nella produzione di energia. Altri (come il Citrus aurantium) attaccano direttamente i grassi già depositati e li trasformano in energia. In corrispondenza di precisi stadi di maturazione il frutto del Citrus Aurantium contiene una combinazione di amine andrenergiche (sinefrina, N-metilsinefrina, hordenina, octopamina e tiramina) che aumenta l'attività metabolica, aumentando la b-ossidazione dei grassi. Questo in teoria: in pratica non esiste nessuna evidenza scientifica di una reale efficacia. Esistono molte ricerche che dimostrano come l'azione possa sussistere solo se il soggetto ha una dieta fortemente ipercalorica; cioè l'effetto di queste sostanze si riduce a bruciare un 10% circa delle calorie introdotte. Se il soggetto segue una dieta ipocalorica (come generalmente è consigliato), la quota risparmiata è veramente minima e i risultati sono deludenti.
La riduzione del senso di fame - Si attua di solito con l'ingestione di sostanze come il chitosano (una sostanza cristallina ottenuta dalla chitina che costituisce lo scheletro esterno degli Artropodi e dei Crostacei in particolare), il guar (una fibra estratta dai semi di una leguminosa) o il glucomannano (uno zucchero complesso estratto da un albero del Giappone) che si comportano come spugne che gonfiandosi in presenza di acqua danno un senso di pienezza e impediscono l'assorbimento dei nutrienti. Ovviamente non vanno a intaccare la massa magra, ma il loro utilizzo continuo non sempre è consigliabile a causa dei problemi gastrici (nausea e lunghezza della digestione) e intestinali (flatulenza, volume delle feci) che portano con sé. Un altro metodo per ridurre il senso della fame è di utilizzare sostanze con un effetto anoressante. È decisamente sconsigliato; i prodotti anoressanti blandi (come la bromelina, enzima sulfidrilico che, oltre a controllare i fenomeni infiammatori, ha un'azione proteolitica, cioè favorisce la digestione delle proteine, e anoressante) sono praticamente nulli, quelli che lo sono realmente sono da considerarsi psicofarmaci con pesanti effetti collaterali.
La dieta ipocalorica e l'esercizio fisico - Spesso i dimagranti senza prescrizione vengono accompagnati dal consiglio di seguire una dieta ipocalorica e di svolgere attività sportiva. Consiglio saggio che però rende inutile il dimagrante stesso: se si segue una dieta ipocalorica e si fa sport si dimagrisce comunque!
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NOVITA' SULLE DIETE

Brutte notizie per chi è alla costante ricerca di diete efficaci: un recente studio ha dimostrato che i regimi basati sull'eliminazione di una o più categorie di alimenti non contribuiscono in modo decisivo al calo di peso. Lo studio, basato su ottanta persone obese, ha dimostrato che i pazienti hanno beneficiato della stessa perdita di peso indipendentemente dalla tipologia di dieta adottata. Gli ottanta volontari (con un'età media di 54 anni) sono stati sottoposti a regimi alimentari di vario tipo, strettamente controllati, per un periodo di tre mesi. Dopo i primi tre mesi, i volontari sono stati invitati a seguire le diete in corso per un altro anno. Tutte le persone sottoposte alla ricerca hanno perso dal 6 all'8% del loro peso corporeo e hanno migliorato i loro livelli di colesterolo; questo significa secondo E. Schaefer (Tufts University, Boston), che ha diretto la ricerca, che quello che conta realmente è la quantità di calorie consumate. L'opinione è condivisa da R. Eckel, presidente dell'American Heart Association. L'associazione insiste particolarmente su alcune raccomandazioni, forse un po' noiose ma certamente efficaci: mangiare meno, fare più esercizio, alimentarsi con verdura, frutta, prodotti a base di farine integrali riducendo il consumo di grassi e carne. Tuttavia l'associazione è costantemente impegnata nella ricerca di nuove metodologie in grado di favorire la perdita di peso, che è uno degli strumenti migliori per la prevenzione delle patologie cardiache. Dai risultati di un altro studio, condotto da un gruppo di ricerca guidato da P. Koh-Banerjee (università del Tennessee) su 27.000 persone, si è rilevato che un maggior consumo di prodotti a base di farine integrali favorisce la perdita di peso nel corso delle diete. Secondo Koh-Banerjee, le fibre potrebbero dare un maggior senso di sazietà e aiutare l'organismo a regolare meglio i livelli di zucchero nel sangue.